
Debora Lo Furno
La professoressa Debora Lo Furno, ha conseguito la Laurea in Scienze Biologiche indirizzo fisio-patologico, in data 13/07/2001 presso la Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali dell’Università degli Studi di Catania con votazione 110/110 e lode; l’abilitazione all’esercizio della professione di Biologo, nel 2001 presso l’Università degli Studi di Catania; il Dottorato di Ricerca in “Malattie dell’Apparato Respiratorio” (XVII ciclo), in data 15/03/2006 presso l’Università degli Studi di Catania e il Dottorato di Ricerca in “Scienze Biomediche Applicate” (XXI ciclo), in data 02/03/2009 presso l’Università degli Studi di Catania.
La professoressa Lo Furno ha svolto la propria attività di ricerca principalmente nei laboratori dell’Università di Catania. Inizialmente, nell’ambito delle attività del Dottorato di Ricerca in “Malattie dell’Apparato Respiratorio”, ha collaborato con il Prof. Carlo Vancheri, nel laboratorio di Fisiopatologia respiratoria, su indagini concernenti i meccanismi di danno e riparazione tissutale correlati alla fibrosi polmonare. Più in particolare, mediante lo sviluppo di colture in vitro di fibroblasti polmonari umani, sono state studiate le interazioni tra fibroblasti e linfociti T, come anche i processi di trasformazione dei fibroblasti in miofibroblasti. Successivamente, nell’ambito delle attività del Dottorato di Ricerca in “Scienze biomediche applicate”, il suo interesse scientifico si è rivolto allo studio delle proprietà funzionali delle cellule staminali mesenchimali umane derivate dal tessuto adiposo. In queste ricerche, condotte principalmente in collaborazione con il Prof. Rosario Giuffrida e tuttora in corso, sono state messe a punto le ottimali strategie di isolamento ed espansione di tali cellule. Con appositi protocolli sperimentali, sono state indagate le loro capacità di differenziamento non solo in tipi cellulari propri della linea mesodermica (condrociti, osteociti, adipociti), ma anche verso linee di derivazione ectodermica (neuroni, cellule gliali). Queste ricerche appaiono particolare interesse sia da un punto di vista biologico, ma anche da un punto di vista applicativo nell’ambito della medicina traslazionale.